Come smaltire rifiuti edili da cantiere
Lo smaltimento dei rifiuti edili da cantiere è di competenza del “produttore” dei rifiuti che può affidarsi a ditte specializzate come Nova Ecologica per procedere allo smaltimento o al riciclo dei rifiuti edili che è una pratica poco considerata, ma che può offrire oltre che importanti profitti anche degli effettivi benefici ambientali, sociali, etici e appunto economici.
Normativa e composizione dei rifiuti edili
La disciplina che regolamenta i rifiuti edili è il D.M. del 5 febbraio 1998 e successive modifiche, in particolare il Decreto L.gsl. n. 186 del 5 aprile 2006. La normativa contiene le indicazioni per effettuare anche il corretto recupero e riciclo dei materiali da costruzione e demolizione; infatti, la normativa è affiancata dal cosiddetto GPP o Green Public Procurement (ovvero il D.M. n. 203 dell’8/05/2003) che impone l’obbligo presso le pubbliche amministrazioni di prediligere materiali riciclati in caso di gare di appalto per opere pubbliche o, in genere, una quota non inferiore al 30% di materiali riciclati.
I rifiuti edili da costruzione o demolizione (detti anche rifiuti da C&D) sono costituiti da frazioni inerti come laterizi, calcestruzzo, terre di scavo che possono essere facilmente riutilizzati. La composizione dei rifiuti edili da cantieristica è costituita in media da:
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2,5% di legno, carta e plastica;
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3% metallo;
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5% asfalti;
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6% materiale di scavo;
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10% calcestruzzo non armato;
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20% calcestruzzo armato;
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50% laterizi;
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3,5% materiali vari.
Tuttavia, la scarsa conoscenza della possibilità di recupero di questi materiale comporta lo smaltimento dei materiali – nella migliore delle ipotesi – in discarica o spesso abbandonata abusivamente.
Smaltimento, riciclo e riutilizzo dei rifiuti edili
I rifiuti edili – in base alla loro composizione – possono essere smaltiti, riciclati o riutilizzati.
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Lo smaltimento: smaltire i rifiuti edili da cantiere ha un costo elevato ed è uno dei motivi perché viene fatto male. Il costo, però, varia da località a località e uno dei fattori che incide sul costo è il trasporto e quindi la distanza dal cantiere alla discarica o area di stoccaggio. Anche l’aumento del prezzo dei materiali inerti naturali incide sui costi, ma è anche la ragione per cui è raccomandabile il riciclo dei rifiuti edili.
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Riciclo: rispetto alla normativa europea attuale, l’Italia fa ancora fatica a effettuare il riciclo e il recupero di materiali edili in modo selettivo fin dall’origine del processo di demolizione o costruzione. La selezione dei rifiuti già in fase di produzione e a monte degli stessi agevola il recupero che, altrimenti, sarebbe scoraggiante, difficoltoso e costoso. Per questo sono state messe a punto tecniche di demolizione selettiva che prevede la separazione dei diversi materiali demoliti da destinare alla discarica o al recupero. Quanto più il materiale edile viene decomposto in modo omogeneo, maggiore sarà la resa del riciclo; la demolizione selettiva prevede di smontare e destrutturare un fabbricato in modo da ottenere frazioni omogenee. Investire sulla demolizione selettiva è un costo iniziale ingente che richiede macchinari e competenze nelle risorse umane da impiegare, ma sul lungo termine dimezza i costi e raddoppia il risparmio rispetto allo smaltimento vero e proprio.
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Riutilizzo dei materiali edili: i rifiuti da cantiere come sabbie e pietrisco possono essere reimpiegati nelle opere di ingegneria civile come la realizzazione di sottofondi stradali, aeroportuali, ferroviari, per opere industriali e civili o come riempimento degli strati di fondazione o infine, nel confezionamento del calcestruzzo. Gli aggregati riciclati – stando alla normativa europea – sono parificati a quelli naturali e artificiali e pertanto i rifiuti riciclati di questa natura possono essere legalmente riutilizzati e equiparabili ai materiali “vergini”.