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Amianto in casa: è importante bonificare

La letteratura scientifica pubblicata in merito nel corso degli anni è chiarissima: l'amianto è altamente dannoso per la salute umana.

Innanzitutto, si tratta di un materiale estremamente utilizzato dagli uomini sin dall'antichità. Secondo quanto riportato in uno studio di Buckley e Evershed nel 2001, le prime testimonianze dell'utilizzo dell'amianto risalirebbero persino al 5000 a.C., in quanto gli egizi utilizzavano il materiale per conservare i corpi dei defunti.

rischi causati dall'utilizzo dell'amianto sono stati evidenziati solamente nel XVIII secolo, durante il quale furono diagnosticati una serie di cancri alla pleura o al polmone, e si indagò in merito alla possibile correlazione col materiale.

Le ricerche hanno fatto emergere dati preoccupanti, al punto che in Italia l'amianto è stato definitivamente bandito con il decreto legislativo 257 del 1992. Nel documento, inoltre, vengono riportati i limiti di presenza di fibre all'interno di diversi materiali.

Ciò che ha reso l'amianto così diffuso in tutto il mondo nel corso degli anni sono le sue importantissime proprietà isolanti, sia dal punto di vista termico che acustico. Addirittura, il materiale è stato utilizzato come rinforzante in indumenti protettivi, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute.

Se però si tratta di un materiale che è attualmente vietato, perché se ne parla ancora? Il motivo principale è legato alla presenza di amianto nei materiali di copertura dei capannoni, ad esempio, che con il tempo si degradano e rilasciano fibre nell'aria, ovvero il grande elemento di rischio. Le fibre, che sono sensibilmente più sottili di un capello, possono infatti essere inalate e entrare in circolo nell'organismo umano.

In base a quanto detto, dunque, è importante salvaguardare sé stessi e la propria famiglia dai rischi che possono derivare dall'amianto. Per questo motivo un'ottima idea può essere quella di porre sotto analisi la propria dimora e, se necessario, richiedere un intervento di bonifica. In nessun caso l'intervento deve essere seguito autonomamente a causa degli altissimi rischi derivanti dall'amianto. Piuttosto, bisogna rivolgersi a un team esperto che segue una specifica procedura, nel rispetto delle leggi.

Tipologie di strutture che possono contenere amianto e interventi di bonifica

Non sempre la presenza dell'amianto in casa richiede la sua rimozione o la messa in sicurezza.

Si distinguono, infatti, due tipologie di materiali: materiali integri non suscettibili a danneggiamento e materiali integri suscettibili a danneggiamento.

La messa in sicurezza è fondamentale soprattutto per la seconda classe, a causa dell'alta probabilità di rilascio di fibre nell'ambiente.

La valutazione del rischio di amianto è una procedura che deve essere effettuata per legge, e che all'occorrenza va ripetuta per verificare se la situazione è cambiata.

Nel caso in cui l'amianto nell'immobile sia presente in concentrazioni troppo elevate, si deve procedere con una bonifica.

Non c'è nulla da temere: la bonifica non è un processo che mette a rischio la salute della famiglia. Al contempo, però, è necessario nel caso in cui vengano superate certe soglie limite.
Prima di svolgere l'azione, il piano di lavoro va presentato all'A.S.L. che deve necessariamente approvarlo.

Solo a questo punto, il tecnico specializzato nello smaltimento dell'amianto può procedere.

Il primo metodo di bonifica dell'immobile consiste nella rimozione dell'amianto dall'immobile. In questo caso, un team specializzato, con addosso indumenti protettivi adeguatamente studiati allo scopo, rimuoverà le parti contenenti amianto e le smaltirà in un centro apposito. Nonostante sia il metodo più facilmente intuibile, si tratta anche di quello più pericoloso: durante lo smaltimento, infatti, potrebbero essere rilasciate delle fibre di amianto facilmente inalabili in un secondo momento.

Bisogna assolutamente affidarsi ad aziende qualificate e che siano iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Ad esempio la MBA Ambiente è una delle aziende leader per la bonifica amianto in tutta la Lombardia (www.mbamilano.it).

Metodi di bonifica che non prevedono la rimozione dell'amianto

Se si ritiene la rimozione dell'amianto troppo pericolosa o inadatta, è possibile procedere con altri metodi di bonifica. Tra questi vi sono l'incapsulamento e il confinamento.

L'incapsulamento non solo è un'alternativa più economica alla rimozione (poiché non ne prevede lo smaltimento), ma è anche una delle più efficaci. Il trattamento, come dice il nome stesso, non fa altro che incapsulare le fibre pericolose all'interno di un materiale che funge da copertura, e che effettivamente lo immobilizza, impedendone la dispersione nell'ambiente. Viene solitamente effettuato con materiali penetranti o di copertura.

Al termine dell'incapsulamento, comunque, è fondamentale la successiva fase di monitoraggio, che consiste nel controllo periodico della "tenuta" dei materiali neutralizzanti. Sarà quindi indispensabile valutare eventuali sfaldamenti o danneggiamenti dello strato protettivo.

Il secondo metodo, invece, consiste nel confinare l'amianto, isolandolo dal contatto con le persone.

La differenza rispetto al metodo precedente è sottile: mentre l'incapsulamento fissa il materiale tossico e lo immobilizza, il confinamento lo riveste con un materiale barriera, che funge da scudo tra le fibre tossiche e l'ambiente. In questo caso, infatti, le fibre di amianto saranno libere di muoversi all'interno dell'impercettibile intercapedine con la barriera.

Generalmente, anche questo metodo è più economico rispetto alla rimozione, e non richiede l'acquisto di materiali sostitutivi.

Pure in questo caso non bisogna mai trascurare la fase che segue l'isolamento, ovvero il monitoraggio. I vantaggi derivanti dall'utilizzo di un materiale barriera potrebbero infatti vanificarsi nel caso di un suo danneggiamento, per cui è indispensabile verificare periodicamente che non vi siano crepe o discontinuità.